ART POEMS

FRAMMENTO_BELLEZZA

 

[Opera grigia o uomo che va via]

Il treno è salito su di noi

In questo viaggio dentro_a ritroso

Trovo spazio per coraggio e paura

E tempo con gli amici_che prendo per mano

 

Latitudine e longitudine del corpo_lombardogiuliano

Ti portano al magma dello spirito.

 

Soffio piano la mia voce_inerpicando gesti

Sulla litoranea del cuore. Ho visto

Mondi sprofondare nell’abbraccio del cielo

Contro il tuo petto e il tuo dire_fuoco

Che riaccende quest’acqua di spazi lontani.

 

Potrei salire solo con le mani_fragili

E mai strette_dette generose_assenti.

 

Prendi il filo e tira:

non si scompone il quadro ma si crea,

“Ti ho dato la regia della tela

Per ricomporre specchi e sguardi_senza un volto”.

 

Guerre di presenze/assenze_io vengo_tu vai

Dentro_fuori_spazio_mente_luce_terra.

 

Correre coi piedi in cielo

Al passo ampio del vento

(sempre si chiude il mare al monte e s’apre…)

[per Claudia Cervo, 2008]

 

LE VENT DE TA BEAUTE’_ESPRIT

ET MATIERELUMIERE_ON DIT

“DEROULELA VIE”.

NON C’E’ TEMPO CATTIVO NELLE TUE FOTO

QUAND J’AI VU PASSER UN OISEAU

LE CIEL S’EST ALLUME’ DE BLEU.

LE BLANC ET LE NOIR FAISENT SORTIR L’ECO DES COULEURS ET

L’OMBRA DEL SOLE FA LUCE SULLA TERRA.

TOUJOURS_PAR TOI.

[per André Villers, 2007]

Ho fatto un viaggio

Dentro l’azzurro della Lapponia

E ho incontrato la terra del Marocco

Il rosa dell’India

Il giallo dei Paesi Bassi

Su un mare del Nord.

Ho fatto un viaggio ed ero

Come piccolo gigante dentro un lago

Sospinta da flussi di colore.

Il pennello traccia

Con rabdomantica certezza

La strada, sola, che possiamo seguire.

[per Nes Lerpa, 2004]

FullMoon

(alle Lune di Luca Missoni, 2007)

*

Lente di vetro e lucida visione

Uniscono arte a colore

Con memoria vestita d’infanzia

Al pulsare di minuti nella notte

*

Lento il cielo scorre

Un dirupo a meraviglia

Navigando mari antichi

E frane strette a sassi

VERSO LO STUDIO DEL PITTORE

(Saronno FNM, per Franco Marrocco)

 

I ragazzi si baciano in treno

dove la luce è rotta

e fuori non c’è più finestrino.

Il maglione esce dal cappotto

quelle due dita di disagio

per dire che è sporco.

La banchina della stazione desolata –

‘non c’è pace se non posso

girare il mondo

parlare con persone’ dici

‘non capisco la lingua senza

prima che mi sparino’.

Ma la gente sul treno c’è

mancano i matti

e anche questo viaggio non è un musichall  da ballare…

Espande un suono a coppe

il colore colato lungo sudari e menti

dove i pensieri hanno battuto

violenti

come pioggia sui tuoi vetri

mentre gli altri si vestivano di scuse.

Muti.

Fuori buio – dentro la luce di un lampione

che si è fatto olio per resistere

in due metri per due

vicino alla parete dove spegnevi mozziconi

bianchi rossi gialli.

Paesaggi svelati non perché volevi

ma perché credevi.

(1996-99)

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